Nei Boschi del Commissario Bordelli   
 

23 settembre 2018
Accompagnatori: Piero R. e Antonio P.
Con la partecipazione di Marco Vichi  

A pochi passi dalla Badia di Montescalari un tabernacolo con una scritta "Omne Movet Urna Nomen Orat" che colpisce il Commissario Bordelli nella sua indagine nel libro Morte a Firenze (Di Vignaccia76 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10626062)


 
 

Questa è un'escursione un po' diversa, la potremmo definire letteraria, ma è pur sempre un'escursione: si parlerà di questo personaggio con l'autore, Marco Vichi, ma si camminerà anche, come sempre. Lo faremo nei fitto dei boschi dei Monti del Chianti nel grande comune di Greve, tra il San Michele a Sud-Ovest e il Valdarno figlinese a Sud-Est.
Parleremo di questo personaggio, perché per il Commissario Bordelli questi boschi sono una sorta di "luogo dello spirito": di qui è passata la guerra e si è a lungo soffermata, con un strascico di orrori e di dolore, quella guerra il Commissario l'ha fatta credendo nel riscatto del popolo italiano, fin troppo compromesso con il fascismo, e nella costruzione di un mondo migliore che tarda a venire e che non riesce a giustificare e tantomeno a placare i tanti morti interiorizzati nella sua coscienza e memoria. Qui il commissario viene più volte per delle indagini, ma qui ritorna anche per trovare, attraverso la solitudine e la fatica del camminare, ispirazione e un po' di serenità per uno spirito curioso, vigile, non facile ai compromessi. Lascio la parte letteraria alla chiaccherata che faremo con Marco e vi do qualche notizia escursionistica.

I monti del Chianti raggiungono con il San Michele 892 metri di altezza, ma le alture della nostra escursione si mantengono al di sotto dei 700. I terreni di questi monti sono sabbiosi, perché derivano dalla dissoluzione del Macigno, l'arenaria più diffusa in Toscana. Si tratta di un'arenaria grigiastra e ocracea a trama grossolana, ben diversa da quella più pregiata, compatta e a trama fine che abbiamo trovato alla Madonna del Sasso. Con questa pietra tuttavia sono state edificate le chiese, le case, i muretti e ogni altro manufatto che, se a faccia vista esibisce in questa zona il caratteristico colore marrone-giallastro della pietra ossidata. I terreni sono acidi e adatti al Castagno che troveremo generalmente in palina, insieme al Cerro e al Carpino. Il sottobosco è caratterizzato dall'erica, il cisto e la ginestra. Là dove l'esposizione e la vicinanza dell'antico lago del Valdarno superiore intervengono per mitigare il clima, troviamo essenze di macchia mediterranea, come il cisto marino, il frassino a quasi 700 metri e la ginestra spinosa, già fiorita in questo periodo dell'anno.

Dal paesino della Panca raggiungiamo in auto, lungo una strada bianca, la "Capanna dei cacciatori", una sorta di grande pagoda molto popolare e molto usata durante le battute di caccia e nella buona stagione. Lasciamo le auto nell'ampio parcheggio e iniziamo l'escursione in direzione di Montescalari lungo il sentiero CAI 00. Dopo pochi passi incontriamo un cerro maestoso, detto il cerro dalle cento braccia e proseguendo, dopo appena 700 metri di cammino, si arriva all'Abbazia vallombrosana di Montescalari. Di questa ci doveva parlare Letizia, una dei proprietari dell'immenso immobile, era disponibile a farlo in marzo, ma putroppo in settembre si gode un meritato periodo di riposo. Proseguiamo e raggiungiamo, con altri 500 metri, un bivio contrassegnato da una piccola costruzione in stato di abbandono, con il tetto franato, la Cappellina dei Boschi. Prendiamo a destra lungo il sentiero CAI 7 e dopo aver percorso quasi tre km pressoché pianeggianti, arriviamo a Piandalbero, una bella casa colonica bifamiliare con annessi, dove furono trucidate 39 persone, i partigiani e i civili della famiglia Cavicchi. Facciamo una pausa per un breve spuntino, visitiamo il sacrario e leggiamo la storia, riprendiamo poi il cammino in direzione di Celle, scendendo ora di quota in direzione Sud-Est verso il Valdarno, seguendo la segnaletica CAI 21. Con poco meno di 4 km raggiungiamo il cimitero di Celle e da qui ricominciamo a salire per chiudere l'anello, imboccando il sentiero CAI 23. Dopo un altro km arriviamo al castello di Celle in ristrutturazione, ma con il cantiere abbandonato da qualche anno. Riprendiamo a salire e, dopo poco più di un km attraversiamo il borro di Scandelaia su un ponticello in pietra, dicono di epoca medioevale. Un altro km e raggiungiamo la cappella dedicata a San Giovanni Gualberto, fondatore dell'ordine vallombrosano nel lontano 1036. Ci sono molte cappelle dedicate a questo santo nei boschi e, forse per questo, dal 1951 è stato dichiarato patrono del Corpo Forestale dello Stato. Chissà se lo è ancora, dal momento che il corpo è stato assorbito nell'arma dei Carabinieri! Ancora 800 metri e ritorniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto.

Percorso di difficoltà E, sono obbligatorie le scarpe da trekking, consigliati scarponcelli per avvolgere e sostenere la caviglia e i bastoncini, utilissimi nei tratti in discesa. Lunghezza 12 km. Come le altre volte, non fatevi ingannare dalla traccia ViewRanger che indica quasi 14 km, dal momento che nel registrarla abbiamo talvolta tentato delle varianti. Differenza tra l'altitudine massima e minima 329 metri, dislivello totale (cioè la somma di tutti i tratti in salita o in discesa) poco meno di 700 metri. Percorso percorribile comodamente in 7 ore, comprese nel nostro caso le lunghe soste previste.

Studiatevi il percorso e localizzate l'area utilizzando la traccia ViewRanger:

http://my.viewranger.com/track/details/NjgxNDgzNA

In questa stagione fa ancora caldo, ma consultate il meteo e regolatevi di conseguenza, secondo il vostro benessere e portate tutto quello che serve per spuntini e un pasto leggero attorno a mezzogiorno. Portatevi l'acqua, perché lungo la strada non ne troveremo, se non alla fine. E' prevista al termine dell'escursione, la possibilità di una merenda cena presso la pizzeria "Il Cielo" della Panca. Gli organizzatori devono fornire ai gestori il numero approssimato dei partecipanti, quindi è necessario prenotarsi.

• Primo punto di ritrovo: ore 9:00 Falciani, il bar accanto all'steria del Cilegiolo. Indicazioni stradali:
: Google Mapp

• Secondo punto di ritrovo: ore 9:30 La Panca
• Alle ore 10:00 inizia l'escursione dal parcheggio della Capanna dei cacciatori, raggiungibile dalla Panca su strada bianca, guidando con prudenza per non danneggiare l'auto contro il fondo stradale.
Per prenotare la merenda cena e ogni altra richiesta contattate gli accompagnatori, anche via Whatsapp, ai numeri:

• Antonio Pini 3334790218
• Piero Ranfagni 3291868081

In caso di pioggia l'escursione sarà annullata e rinviata alla prima domenica disponibile, in accordo con il Consiglio Direttivo. In ogni caso sarete avvertiti per tempo.

Per motivi organizzativi dare conferma della propia partecipazione entro le ore 12 del Sabato antecedente l'escursione.